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IN CERCA DI AMY (II parte)
Di Carmelo Mobilia
Times Square.
Ufficio di Luke Cage.
Il problema di quando hai la pelle impenetrabile è che non puoi andare in ospedale per le cure mediche; le abrasioni e le contusioni procurategli dai pugni di quell’italiano forzuto richiederebbero dei punti, ma gli ospedali non sono attrezzati per i pazienti con super-poteri come lui. Da tre giorni, dopo la rissa al Full 80, Luke si è rinchiuso in casa, imbottendosi di analgesici e antidolorifici, aspettando di guarire e di ricevere la visita di un agente dell’F.B.I.... sempre che quel Conti non l’abbia preso per il culo. Sembrava sincero, però.... gli ha rivelato troppi dettagli in pochi secondi, per aver mentito. E perché avrebbe dovuto farlo, poi? Che ci avrebbe guadagnato? Stava sul suo divano a riflettere su questo, sentì bussare alla sua porta.
<Luke Cage? Agente Angela Del Toro, F.B.I.> disse la donna mostrandogli il suo distintivo.
<Coincidenza cosmica... > disse Luke invitandola ad entrare.
<Prego?>
<Mi stavo giusto chiedendo quando vi sareste fatti vivi.>
<Capisco. Comprenderà di certo che siamo molto occupati e che di solito non ci comportiamo così... ma l’agente Conti ci ha comunicato di come ha collaborato con la nostra operazione mantenendo il suo anonimato.>
<Non che avessi molta scelta... è stato un caso che ci siamo incrociati; stavo seguendo un’indagine per conto mio e sono incappato nei Pennisi.>
<Sono stata informata. Mi è stato detto che desiderava avere informazioni su Peter Quinto.>
<Si è esatto.>
<Questo è una copia del nostro dossier su di lui. Non è molto, non siamo riusciti mai ad incriminarlo, ma se ti può essere d’aiuto per incastrarlo, ne sarei ben contenta.>
<Grazie, agente Del Toro.>
L’accompagnò alla porta e proprio nel mentre che la donna usciva, nello stesso momento nell’ufficio entrò Misty Knight, amica di vecchia data di Luke.
<Toc - toc, è permesso?> chiese umilmente.
<Ciao Misty, entra.>
<Chi era, una cliente? Carina... se ti piace il genere “seriosa”.>
<No, non era una cliente... ma mi stava aiutando per un caso.>
<Ah, sei già tornato al lavoro? Era venuta per vedere il nuovo ufficio, ma mi fa piacere costatare che ti stai dando da fare. Di che si tratta?>
<Una ragazza scomparsa. Credevo fosse un caso semplice, ma si è rivelato più complicato del previsto.>
<Ho visto. Che hai fatto alla faccia?>
<Mi sono scontrato con la mia versione italiana.>
<Prego?>
<Lascia stare, una storia lunga... >
Misty vide il fascicolo che aveva in mano.
<Dai... sputa il rospo. Che c’hai per le mani?>
<Qualche giorno fa è venuta una donna a dirmi di cercare sua figlia, scomparsa da settimane. Ho fatto qualche domanda in giro e pare che sia fuggita assieme a questo Quinto...>
Luke si sedette alla sedia della scrivania, accese la lampada e si mise a sfogliare il dossier. Misty si sedette sopra la scrivania, accavallando le bellissime gambe, e prendeva i fogli che Luke scartava dopo averli letti.
<Questo Quinto è un mafioso?> gli chiese.
<No, non esattamente. E’ una specie di “re del porno”, cura l’immagine di molte “artiste”, proponendole nell’ambito televisivo e nelle campagne pubblicitarie. Pare che abbia diversi contatti con politici, imprenditori, sportivi e appunto alcuni mafiosi, ma partecipare a una festa dove c’è anche il nipote di un noto boss non è sufficiente per accusarlo di associazione a delinquere.>
<Qui dice che è stato al centro di uno scandalo, con accuse di estorsione e per favoreggiamento alla prostituzione, ma è stato prosciolto perché non hanno mai trovato le prove.>
<Sì, in molti godono della compagnia delle sue
ragazze; lui le presenta a molte persone, poi se queste si fanno pagare “io che colpa ne ho?”. Sembra che avesse
ricattato qualcuno di questi beccato assieme ad una di queste “avvenenti
fanciulle” , ma poi le denuncie sono state misteriosamente ritirate...>
Passarono altri minuti a esaminare i documenti. Poi Misty iniziò a parlare:
<E’ un verme, c’è dentro fino al collo, ma finora se l’è sempre cavata. Come intendi muoverti?>
<Qui dice che ha un attico qui New York. Vado lì e mi faccio dire dov’è Amy a suon di botte.>
<Oh frena! Uomini... pensate sempre di risolvere tutto coi pugni! Hai letto il suo fascicolo no? Questo schifoso è un tipo furbo... bisogna agire in modo più astuto.>
<Allora che suggerisci di fare?>
<Di tentare un altro approccio. Io e Colleen potremmo darti una mano.>
<In che modo?> chiese.
<Fammi fare un paio di telefonate...> rispose lei, ammiccandogli.
Discoteca
“Nautilus”. Qualche sera dopo.
Il “Nautilus” era una delle discoteche più rinomate della città, frequentata dall’elite del mondo dell'industria e dell’altra finanza newyorkese. L’enorme pista da ballo era gremita di gente, che si agitava a tempo con la musica. Le luci stroboscopiche davano quell’effetto vedo/non vedo illuminando e oscurando ritmicamente i sinuosi corpi delle ragazze. Peter Quinto (1), nel suo elegante completo di Valentino, fece il suo ingresso in sala: basso di statura, capelli ricci, fisico magrolino e poco sviluppato, non si poteva definire un uomo attraente, e se non fosse stato per il suo potere economico era davvero improbabile, se non addirittura impossibile, per lui avvicinare delle donne avvenenti come le due bionde maggiorate che questa sera lo accompagnavano. Si soffermò a salutare alcuni illustri conoscenti prima di recarsi verso il privè. Qui al tavolino prenotato sedevano una splendida ragazza di colore e un’algida ma attraente biondina con una ciocca rosa, che sedevano ai lati di un enorme ragazzo di colore, vestito con un completo bianco sopra una camicia di seta viola. Indossava degli accessori molto vistosi: un grosso girocollo d’oro al collo, degli anelli anch’essi d’oro e un paio di occhiali a specchio.
<Sei Max Steele??> chiese Quinto.
<In persona! Siedi, beviti un bicchiere con noi!> rispose lui, stappando la bottiglia di champagne tenuto in ghiaccio davanti a lui.
Cristoforo Colombo!
Sembro un pappone uscito da uno di quei video rap! Non perdonerò mai Misty e
Danny per avermi obbligato a conciarmi così!
Abitazione di
Daniel Rand, alcuni giorni fa.
<NO, NO E POI NO!! NON CI STO!>
<Eddai Luke... lo vuoi beccare quel viscido pappone sì o no? Allora devi apparirlo anche tu!>
<Misty ha ragione> aggiunse Daniel < Lo conosci quel vecchio detto no, “per schiacciare un rifiuto, bisogna sporcarsi”? Non puoi avvicinarti a un uomo come Peter Quinto con tuo solito atteggiamento da “duro di Harlem”. Non devi intimorirlo, ma guadagnarti il suo rispetto.>
<E per farlo devo ridicolizzarmi così?> chiese, polemicamente.
<Ed io cosa dovrei dire?> intervenne Collen Wing <Con questa parrucca bionda sembro Britney Spears! Oh chiariamo subito una cosa: io gli slip intendo indossarli ok? Incognito o non incognito!>
<Volete piantarla tutti e due? Il piano che ha ideato Misty è assolutamente perfetto. Farò contattare Quinto da Jeryn Hogarth, che gli raccomanderà il caro amico “Max Steele”, appena tornato dall’Europa.” V’incontrerete e lo convincerai a farti fare un provino. Sono certo che non negherà un favore a un raccomandato dall’avvocato della Rand-Meachum Corp. Lui ti mostrerà lo studio, e tu ti farai dire dove trova le ragazze che “scrittura”. Dovrai essere l’esatto opposto di come sei davvero.>
<Io vorrei solo prenderlo a pugni...> sospirò Luke.
<Niente pugni!> lo redarguì Misty, mentre tramutava la sua chioma afro in delle deliziose treccine <Se lo colpisci quello si piscia addosso e se la da a gambe! Dobbiamo ingannarlo, aggirarlo. Fidati di me, è un buon piano!>
<Con quegli abiti Luke non passerai di certo inosservato!> gli disse Colleen, sorridendo. Luke le diede un’occhiataccia.
<Sì ma il look non basta.> riprese Misty <Ti devi inventare una storia assolutamente credibile. Un infiltrato dev’essere un grande attore, come Marlon Brando. Devi raccontargli tante cose di te, e non dimenticare i dettagli. Sono quelli che rendono la storia verosimile. >
Luke sbuffò, per niente convinto.
Discoteca
“Nautilus”. Adesso.
<Allora Max... Jeryn Hogarth mi ha detto che volevi incontrarmi.... cosa ti porta nella mela?> chiese Quinto mentre sorseggiava dal suo flute e le sue accompagnatrici scendevano in pista per ballare.
<La voglia di emergere. Vedi Peter, sono stato in Ungheria e in Olanda a girare molti film ma in tutte le produzioni in cui ho lavorato, erano le ragazze a beccarsi i contratti a cinque zeri. In Europa funziona così. La cosa non mi stava affatto bene, e ho cominciato a litigare con le case di produzione. Poi, non ci crederai mai da dove mi è venuta l’ispirazione di tornare negli States...> disse sorridendogli.
<Dai spara...> disse Quinto.
<Guardando il film “Wonderland”. Hai presente? Quello dove c’è Val Kilmer che fa John Holmes. Ecco lì mi si è accesa la lampadina. Io voglio diventare come lui. Voglio che tu mi aiuti a far carriera e a diventare il nuovo Re del Porno.>
<Eh ma Holmes era Mr. 35 cm, non era certo un tipo qualsiasi!> rispose Quinto,
ridendo.
<Oh lo so
bene... però andiamo, era brutto e mingherlino. Oggi il valore estetico è
maggiore e poi, Tammy e Nikki qui possono testimoniare il valore delle mie “doti recitative”...> e appena disse
così, Misty e Coleen lo abbracciarono ridacchiando come oche, mentre la prima giocherellava con il lecca
lecca e l’altra faceva il palloncino con il chewing-gum.
<Oh non lo
metto in dubbio!> disse annuendo con la testa.
Si accordarono
per incontrarsi il giorno dopo allo studio televisivo di Quinto, dove avrebbero
dovuto trattare per il compenso e la location del film. Luke continuava a
recitare la sua odiosa parte. Misty e Colleen lo accompagnavano. Percorrendo il
corridoio degli studi televisivi, arrivarono alla sala trucco, che aveva la
porta aperta e da dove si potevano vedere due splendide ragazze, si preparavano
prima recarsi sul set dove, assieme un fortunato stallone, si sarebbero
impegnate in una performance a tre. L’odore della vasellina aleggiava
nell’aria, e per tutta la stanza c’erano sparsi reggiseni, slip, vestitini di
pelle, frustini e dei vibratori a forma fallica di vari colori e misure.
<Sono certo
che lo spettacolo non vi disturba.> disse Quinto mentre faceva strada.
<Gli uomini
sono dei porci disgustosi...> disse Colleen
sottovoce. Misty le diede una gomitata:
<Ssssh! Sta
nel personaggio, evita i tuoi soliti commenti!>
I tre si
scambiarono una veloce occhiata d’intesa. Luke pensava ad Amy; se la immaginava
sola, obbligata a compiere azioni degradanti, magari drogata. Aveva solo voglia
di liberarsi di quegli abiti vistosi e di riportare quella povera ragazza nel
posto che le competeva, a casa sua, tra le braccia della madre.
Portare una ragazzina di diciassette anni in
quest’ambiente perverso, con la promessa di facili guadagni, per poi farla prostituire
con flaccidi ricconi. Più sono ricchi e più sono viscidi. Nella sua
trasmissione radiofonica Karen Page (2) ha raccontato cosa avviene in questo mondo,
di come la spinsero nel baratro della droga. A te non accadrà, Amy. Non lo premetterò.
Resisti piccola, ti tirerò fuori di qui.
<Con tutte
queste belle figliole in giro, non hai paura che dei pervertiti vengano a
curiosare?>
<Ha ragione.
Non voglio che alcuni maniaci girino indisturbati nello studio mentre
giriamo...> disse Misty con un finto tono preoccupato.
<Puoi stare
tranquilla> le rispose l’imprenditore, rassicurante <Ho preso le dovute
precauzioni. Il mio amico Curtis Jackson mi ha mandato dei guardaspalle grazie
ai quali nessuno oserà disturbarci.>
Conoscevano quel
nome. Curtis Jackson era noto come Power Broker (3) , un famigerato
criminale che utilizzava delle sofisticate tecnologie per fornire a clienti
paganti una superforza di livelli superumani. Questo complicava l’operazione. I
gorilla potenziati rendevano tutto più difficile.
<Allora
Max> riprese a parlare l’italoamericano
<Ho pensato a quello che mi hai detto ieri. Hai ragione, l’estetica
ha un enorme valore oggi, e tu il fisico ce l’hai senz’altro. Capirai però che
non possiamo parlare d’affari senza averti visto all’opera... hai portato
qualche video, con te?>
<Cacchio! E
ora che m’invento?> pensò Luke tra se e se. Misty gli andò incontro.
<Uh scusate è
colpa mia.... avrei dovuto portarli io, ma ieri sera ero talmente sbronza che
me ne sono dimenticata...>
<Tammy! Ma
dove cazzo hai la testa?> disse Luke, fingendosi arrabbiato ma in realtà
tirando un sospiro di sollievo per la scusa ideata dalla ragazza.
<Scusa>
disse lei, fingendosi mortificata. “Nikki” o meglio Colleen si trattenne a fatica nel vedere i due recitare
quella parte, sapendo come in realtà stavano le cose.
<Su, su non
litigate. Me li farai avere. Facciamo così, per oggi ti faccio vedere come
lavoriamo qui.> fece strada verso una saletta.
<Ecco, qui
stanno girando. Entriamo a vedere, ma mi raccomando non facciamo rumore,
ok?>
<Per non far
ammosciare il tuo artista, vero?> pensò dentro di se Colleen, ma non esternò
questo pensiero.
Entrarono nella saletta, e immediatamente il cellulare di Quinto si mise a vibrare. Lui uscì dalla saletta, facendo segno con le mani che ci avrebbe messo solo un minuto.
<Riconosco la scena!> esclamò Colleen <Come si chiama sto film, Fuck Fiction ?>
Effettivamente, il film era una parodia di Pulp Fiction, in particolare stavano girando la scena in cui Marcellus Wallace veniva sodomizzato dal poliziotto Zed, con la differenza che nel ruolo che fu di Ving Rhames c’era una graziosa ragazza, legata e immobilizzata, che veniva colpita con un frustino sulle natiche, in quello che doveva essere un preliminare sessuale. Mentre il cameraman riprendeva la scena, un fotografo faceva degli scatti, che sarebbero finiti su qualche rivista per adulti.
Cage riconobbe subito la protagonista.
<E’ lei! Cazzo, è lei!> e si precipitò sul set.
<STOP! FERMATI!> gridò il regista appena lo vide apparire <E tu chi sei, da dove vieni fuori?>
Ma lui non lo sentì nemmeno. L’attore che interpretava il poliziotto gli si parò di fronte con aria di sfida. Cage lo spostò con una mano sola, e senza alcuno sforzo gli fece fare parecchi metri. Liberò i polsi alla ragazza, che appariva confusa e disorientata.
<Ma, ma... che succede, chi sei?> chiese.
<Mi chiamo Luke Cage e sono qui per te. Mi ha ingaggiato tua madre per trovarti.>
<Mia... madre?> disse la ragazza, stupita.
<Sì. Le manchi Amy, è preoccupata per te.>
<Quella stronza! Riesce sempre a rovinarmi tutto!> gridò Amy.
< So che avete avuto i vostri problemi, ma... come puoi abbassarti a questo, solo per fargliela pagare? Dai, vieni, andiamo via...>
<Metti giù le mani! Ma chi ti conosce, oh! Lo sai quanto posso tirare su con questi film? Io non ci torno in quella topaia! Non sto facendo nulla di male!>
< Ma che stai dicendo? Hai solo diciassette anni, per la miseria!>
< Vaffanculo! Ho compiuto diciotto anni la scorsa settimana! Sono maggiorenne, e posso fare quello che voglio! Dì a quella vecchia rompipalle che le manderò dei soldi! E ora vattene via!> e gli diede un calcio sullo stinco. Luke nemmeno lo sentì, ma il solo gesto lo riempì di dolore.
<Luke, andiamo via...> gli disse Misty.
Quinto rientrò e non credeva ai suoi occhi.
<Peter, ma chi è questo? Perché l’hai portato qui? Sta rovinando il mio set!> gridò il regista.
<Ma che diavolo sta succedendo?? Max!>
“Max Steele” però non era più lì. Al suo posto c’era un Luke Cage deluso, sorpreso e amareggiato.
<Sì, andiamocene via...> disse, scuotendo la testa.
<Qui nessuno se ne va! Ora mi dite che cazzo sta succedendo o saranno guai per tutti!> gridò Quinto, mentre quattro energumeni entravano nello studio.
<Prendeteli!> diede l’ordine e i gorilla si lanciarono sui tre infiltrati.
Misty evitò il suo aggressore saltandolo come fosse una cavallina, Colleen invece scivolò tra le gambe dell’altro. Gli altri due invece assalirono Cage, che si tolse l’odiosa giacca e si preparava al combattimento. Il primo cercò di colpirlo con un pugno, che però venne evitato. Il secondo lo aggirò alle spalle e gli bloccò le braccia, lasciandolo scoperto al ventre. Il suo socio ne approfittò per colpire al corpo Luke con dei colpi violenti. Nel frattempo le due ragazze passarono all’attacco. E' vero, i due uomini erano dotati di un enorme forza, tanto da frantumare le pareti dello studio, ma era inutile in quanto non erano riusciti a piazzare nemmeno un colpo. Erano grandi e grossi ma lenti, mentre le due ragazze, agili e veloci come atlete olimpioniche, erano inafferrabili.
Misty Knight ne colpì uno ai genitali, e l’uomo inevitabilmente si piegò in due per il dolore, cadendo in ginocchio. La ragazza aveva un braccio bionico, che sostituiva quello che perse quando faceva l’artificiere della polizia, e con quello sferrò un violento pugno alla mascella, che mise definitivamente al tappeto il suo sofferente avversario.
Colleen optò invece per una tecnica meno dolorosa. Schivò per l’ennesima il suo aggressore, poi gli saltò sulle spalle, e da lì gli premette un nervo alla base del collo con la punta delle dita. Le gambe gli si piegarono come quella di un asse da stiro. Il gorilla crollò a terra privo di sensi.
Cage colpì quello che lo tratteneva con la nuca, e ruotando su se stesso si liberò di lui. Si avventò sull’altro colpendolo ripetutamente. Si scambiarono una serie di colpi: entrambi erano dotati di una grande forza e colpivano con la violenza di un maglio, ma la pelle impenetrabile di Luke gli dava un certo vantaggio, grazie al quale uscì vincitore da quella che sembrava una competizione su “chi picchia più forte”, atterrandolo con un gancio destro. Quinto, Amy, e tutti i presenti fuggirono per evitare di venire colpiti. Intanto, l’altro bodyguard si riprese velocemente dalla testata di prima, prese un faro per l’illuminazione e con quello lo colpì alle spalle. Infuriato Luke lo afferrò, lo sollevò di peso lo scagliò con forza contro la scenografia. Il set fu fatto a pezzi. I quattro gorilla a terra, storditi. Cage era fermo, impassibile, che riprendeva fiato e ripensava al buco nell’acqua che aveva fatto. Era convinto di trovare una ragazzina impaurita e sfruttata, invece la realtà lo colpì duramente come nessun altro era capace di fare. Luke era un duro, un uomo cresciuto sulla strada, ne aveva viste tante, tuttavia sotto quella scorza dura da macho era un uomo di principi e valori. Non era un ingenuo, era a conoscenza del costo della vita e dei problemi finanziari che affliggevano le persone del ghetto. Lui stesso si era fatto chiamare “l’eroe in vendita” mettendo i propri poteri al servizio di chi lo pagava, ma si era sempre rifiutato di accettare denaro che fosse sporco e che riteneva immorale. Sempre. E quante volte aveva accettato casi come questo, senza nemmeno incassare un dollaro? Scoprire che una ragazzina era consenziente nel vendersi e prostituirsi in cambio di vile denaro lo aveva lasciato sconcertato.
Misty comprendeva il suo stato d’animo. Si conoscevano da tanto tempo.
<Stai bene?> gli chiese, ma non ottenne risposta.
Colleen invece camminava tra le macerie di quel che rimaneva del set. Era disgustata da quello che aveva visto.
<Voi uomini siete veramente disgustosi. Ma come può piacervi questo genere di spettacoli? Pensate solo col vostro uccello! Avete il chiodo fisso, v’interessa solo scopare, scopare, sco...>
<E STA ZITTA, COLEEN!> urlò furioso Cage. <HO GIA’ INGOIATO ABBASTANZA MERDA OGGI, NON HO INTENZIONE DI STARE AD ASCOLTARE LE TUE STR&%$£%& FEMMINISTE!> e diede un calcio alla telecamera per terra. Colleen era sul punto di ribattere, Misty le fece segno di non parlare, non era il caso, non in quel momento. Luke prese l’uscita, con l’intento di lasciarsi alle spalle al più presto della storia.
Epilogo
Quinto era infuriato per quanto era avvenuto. Prese il telefono e chiamò il suo “padrino” per ricevere aiuto.
<Senti, non me ne fotte un cazzo delle chiacchiere! Quel negro è venuto qua e mi ha fatto a pezzi lo studio! A pezzi, ti dico! Non voglio che la cosa si ripeta! Vuoi che ti mandi altre ragazze? E allora tu manda qualcuno a fare il culo a quel tipo!>
<Calmati Pete... ma come, non eri tu quello tranquillo? Ti sentivi tanto al sicuro con gli uomini di Jackson a pararti il culo...> rispose la voce dall’altro capo del telefono.
<Sì, e sai che ne ha fatto quello? Li ha gonfiati come zampogne! Quegli scimmioni potenziati lo colpivano e lui non andava giù! No senti Leland, mi devi garantire che non si ripeterà più! Altrimenti le ragazze non si sentono al sicuro e addio affari!>
Leland Owlsey, sdraiato sul lettino dei massaggi, sorseggiò il suo drink, mentre una bella ragazza orientale continuava con suo massaggio rilassante alle spalle, poi gli disse, con tono calmo e deciso:
<Sta tranquillo e rilassati, capito? Ci penso io adesso va bene? Penso a tutto io....>
Chiuse la telefonata e fece segno a uno dei suoi scagnozzi.
<Chiama Lapide...>
Continua...
Le Note
Ecco spiegato il
motivo di questo titolo: In Cerca di Amy, oltre ad
essere il titolo di un film commedia di Kevin Smith (lo stesso di Clerks!), è un modo di dire negli USA,
ovvero quella condizione in cui ci si trova quando una persona a cui teniamo ci
delude col suo comportamento, per cui l’immagine che abbiamo di lei nella
nostra testa crolla, ma noi continuiamo a cercare in lei quella persona che
adesso non è più.
Proprio quello che
è accaduto al nostro Luke, che credeva di dover cercare una fanciulla innocente
che in realtà esisteva solo nella sua testa, scoprendo che questa invece era
ben contenta di svendersi per denaro.
1 = Il nome Peter
Quinto è una mia interpretazione del personaggio di Quilty preso dal film Lolita:
qui Clare Quilty è un commediografo camaleontico e perverso che porta via la
giovane e provocante Lolita al patrigno-amante, il prof. Humbert . “Quilty” è
assonante a “Quinto”, mentre il nome Peter l’ho preso dal celebre (e
bravissimo) attore che gli ha prestato il volto nella pellicola di Kubrick,
Peter Sellers.
2 = Karen Page,
fidanzata storica di Matt Murdock/Devil, ha avuto un
passato di pornoattrice eroinomane, come narrato nell’immortale capolavoro di
Frank Miller Born Again.
3 = Curtis Jackson
alias Power Broker è, come avete letto, un imprenditore criminale che fornisce
- tramite un processo di potenziamento artificiale condotto dallo scienziato
Karl Malus - una superforza sovraumana in cambio di un lauto pagamento. Molti
di quelli che si sono sottoposti al processo vengono poi impegnati in attività
criminali. Anche alcuni supereroi sono stati potenziati da lui, e sono Sharon
Ventura, USAgent, Battlestar e Demolition Man.